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UNIPRO
20-12-2012


UNIPRO: Dicembre 2012

RALLENTANO I CONSUMI, MA GLI ITALIANI NON RINUNCIANO AL COSMETICO

I fatturati delle imprese tengono grazie alla competitivitá sui mercati internazionali.
In calo il consumo interno ad eccezione di erboristeria e mass market specializzato


Milano, 20 dicembre 2012 - L'indagine congiunturale proposta dal Centro Studi di Unipro, l'Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, analizza l'andamento dei canali nel secondo semestre 2012 e le previsioni per il primo semestre 2013.

«La situazione é sicuramente meno ottimistica rispetto agli esercizi precedenti, sebbene non raggiunga i livelli di stagnazione e crisi dei comparti contigui. A fine anno - commenta Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi di Unipro - il valore registrato dal mercato italiano dei cosmetici raggiunge i 9.700 milioni di euro con una contrazione dell'1,4% rispetto al 2011. Le proiezioni per il 2013 sono orientate a un'ulteriore, anche se marginale, contrazione dei consumi, che dovrebbero ripartire a cavallo della seconda metá dell'esercizio. Resta evidente l'uso quotidiano e abitudinario del cosmetico: i consumatori, infatti, non rinunciano all'acquisto, ma optano per soluzioni piú accattivanti nel rapporto qualità/prezzo e orientate a una mutata shopping experience».

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La rilevazione dei trend di consumo interno dei cosmetici segnala profondi spostamenti tra canali e livelli di prodotto. I segnali più preoccupanti arrivano dai canali professionali, in rallentamento da oltre due esercizi. Saloni di acconciatura e centri estetici risentono, infatti, della diminuzione delle frequentazioni e chiudono l'anno rispettivamente con un calo del 7% e del 7,5%. La rilevazione per l'acconciatura professionale evidenzia scarso ottimismo anche per il primo semestre 2013, con una contrazione dei consumi di oltre il 6%; un possibile miglioramento potrebbe, invece, prospettarsi per i centri estetici (previsioni -1%) in vista delle nuove normative sulle apparecchiature e della razionalizzazione del canale.

Con un calo per il secondo semestre del 4,1%, seguito da una previsione in flessione di tre punti percentuali per il primo semestre 2013, la profumeria riporta la più importante contrazione tra i canali tradizionali, per un valore totale che si aggirerà attorno ai 2.200 milioni di euro.

Dopo anni di sviluppo costante, la farmacia segna una battuta d'arresto con previsioni di chiusura del 2012 a -2% e quelle relative al 2013 a +1%. Il valore del canale a fine 2012 è vicino ai 1.800 milioni di euro, a conferma della fiducia dei consumatori.

Seppur a ritmi ridotti, l'erboristeria si mostra in antitesi ai canali in sofferenza, complice il crescente orientamento green dei consumatori. Unico elemento positivo nel panorama delle vendite per il 2012, il canale registra +2,5%, con 400 milioni di euro in sell-out. Anche per il 2013 le prospettive sono ottimistiche, in virtù di una distribuzione forse frammentata, ma ben radicata nel tessuto socio-urbano.

Per effetto di un secondo semestre in lieve calo, -0,2%, il valore dei cosmetici venduti nella grande distribuzione sarà prossimo ai 4.000 milioni di euro, confermandosi il più importante canale di vendita per il cosmetico. In un momento di crisi congiunturale, la grande distribuzione riesce infatti a soddisfare un'ampia fascia di consumatori; da monitorare il fenomeno della distribuzione monomarca, che nel futuro andrà probabilmente scorporata dalle valutazioni sul mass market.

Sembrano di buon auspicio i consuntivi della produzione in conto terzi, tradizionale aggregazione trasversale nei confronti degli altri canali, che chiudono il secondo semestre a +2,9% e prevedono per il primo semestre 2013 una crescita di 3,9 punti percentuali.

Solo le esportazioni che, a fine 2012, segnano una crescita del 5% e un valore di oltre 2.800 milioni di euro, consentono ancora margini di tenuta per le imprese cosmetiche nazionali.

«Gli indicatori economici che emergono dall'ultima rilevazione del Centro Studi - afferma Fabio Rossello, presidente di Unipro - confermano una compagine industriale sostanzialmente competitiva e orientata al mantenimento dei livelli di sviluppo finora raggiunti. Non a caso, la ripresa dei mercati esteri vede aumentare l'offerta delle nostre imprese, i cui fatturati crescono nel 2012 dello 0,5% per un valore di oltre 9.000 milioni di euro. Il mercato interno, in evidente contrazione, in realtà esprime quella stabilità di consumo che deriva dalla frequentazione imprescindibile dei prodotti per la cura della persona».


Scenario macroeconomico

L'orientamento attuale e futuro della politica di bilancio negli Stati Uniti, il rallentamento delle economie emergenti, alle prese con squilibri interni, e una domanda estera, soprattutto europea, molto debole, condizionano il quadro economico internazionale che ha registrato un nuovo indebolimento nei mesi più recenti, sia nei paesi avanzati che nei mercati emergenti; una moderata ripresa del ciclo e degli scambi globali prenderebbe avvio nello scorcio finale del 2013. Solo nel 2014, tuttavia, dovrebbero ristabilirsi condizioni normalizzate sui mercati internazionali, con gli stati emergenti a fare da traino alla crescita economica mondiale.

L'area europea, che incontra una fase recessiva diffusa in quasi tutti i paesi membri, chiuderà il 2012 con una contrazione del Pil dello 0,4%. In tale contesto si colloca l'evoluzione dell'attività economica in Italia che si appresta, infatti, a chiudere il 2012 con una marcata contrazione del Pil (-2,1%). L'attività economica ha continuato ad accusare gli effetti delle manovre di correzione della finanza pubblica sulla domanda interna, in un contesto di elevata incertezza per il riacutizzarsi della crisi del debito nell'area euro e di difficili condizioni di accesso al credito. La dinamica del Pil del 2013 si confermerebbe ancora lievemente negativa (-0,4%), nonostante un profilo di recupero, seppur modesto, dell'attività nel secondo semestre. Con l'accelerazione del commercio mondiale, la graduale ripresa dei mercati finanziario-creditizi e il permanere di un orientamento estremamente accomodante della politica monetaria favoriscono il ritmo della ripresa che potrebbe rafforzarsi nel 2014; alla fine dell'orizzonte previsivo il livello del Pil sarebbe tuttavia inferiore di oltre il 5% rispetto ai massimi toccati prima della crisi finanziaria internazionale. Infine, le tensioni che stanno maturando in vista del ciclo elettorale (con elezioni in Germania e Italia nel 2013) portano a prevedere che lo spread tra Btp e Bund non si stabilizzerà sui livelli di minimo relativo di recente raggiunti, ma tornerà a crescere sino a quando le incertezze sull'esito elettorale non si saranno diradate.

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Acconciatura professionale


Da quasi due anni la crisi economica impatta negativamente sul canale professionale dell'acconciatura, che soffre per la repentina diminuzione dei passaggi in salone: si calcola che il numero medio di tinture all'anno della fascia più allargata di utenti abitudinari sia passato da 10 applicazioni alle 5 attuali.

Evidentemente il minor numero di servizi, a fronte di una frequentazione media sensibilmente ridotta, causa non poche difficoltà nella distribuzione di articoli professionali. A ciò si aggiunge un momento di transizione generazionale dei titolari di saloni: il ricambio è ancora rallentato e i nuovi imprenditori emergono solo in presenza di una reale qualificazione professionale.

Ecco spiegati i numeri di un settore che propone un secondo semestre 2012 in calo di sette punti percentuali, con una chiusura d'anno che non supera i 650 milioni di euro, il 6% in meno rispetto al 2011. La rilevazione evidenzia scarso ottimismo anche per il primo semestre 2013, con un ulteriore calo dei consumi di oltre il 6%.


A cura di: Unipro Servizi srl - Via Accademia 33 - 20131 Milano

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